
Silvio Zago
Silvio Zago è un artista che si distingue per la sua capacità di catturare paesaggi naturali con un tocco unico e suggestivo. Le sue opere sono spesso caratterizzate da una mancanza di presenza umana, creando un'atmosfera di quiete e riflessione. I suoi dipinti evocano una sensazione di serenità e pace interiore, nonostante l'assenza di vita attiva. Zago riesce a trasformare scene ordinarie in paesaggi dell'anima, dove luci e ombre si cristallizzano in visioni quasi eteree. Questo effetto è ottenuto attraverso l'uso sapiente del colore e della luce, che conferiscono alle sue opere un senso di mistero e profondità. Un aspetto interessante del suo lavoro è la capacità di evocare emozioni attraverso la rappresentazione di luoghi che hanno un significato personale per lui. Zago non si limita a dipingere ciò che vede, ma cerca di trasmettere l'emozione e l'atmosfera del luogo, invitando lo spettatore a condividere la sua esperienza emotiva.
Biografia
Silvio Zago è nato a Cavarzere, dove vive e lavora. Impressionista ed espressionista allo stesso tempo, a volte quasi informale, predilige i lavori a olio, utilizzando soprattutto la spatola. E’ stato allievo di diversi maestri pittori, dai quali ha attinto i segreti e le particolari capacità per riportare sulla tela immagini legate ad emozioni. Nei suoi lavori, di straordinaria immediatezza, traspare l’amore per i luoghi della sua giovinezza: la campagna, i casolari, le valli, il Po e la sua laguna. Le sue mostre riscuotono ovunque vasti consensi. Molti sono i premi e i riconoscimenti ottenuti in vari concorsi. Mario Agnoli, di lui, dice: “La saggistica sull’arte e sulle lettere, in genere, si ispira alle attribuzioni scolastiche. Nel caso della pittura di Silvio Zago, tuttavia, una attribuzione fedele ai suddetti programmi interpretativi non sembra possibile o almeno non può ritenersi sostanziale. Zago è pittore/poeta della sua terra: quella delle case dalle pareti bianche che conservano la luce assillante delle trasparenze acquee e delle terre che raccolgono le minute piante come gazzelle lungo i sentieri del vento. Il suo infinito non invita al naufragio leopardiano, ma alla raccolta di un seguito di sensazioni che si nutrono di canneti, di acque intuite e d’orizzonte arcano”.